Nella parte finale della parashà leggiamo di un patto istituito da D-o con Abramo: all’età di cento anni Abramo avrà una discendenza dalla moglie Sara.
Tale patto prende il nome di “berit milà” – il patto della circoncisione.
Non esiste, nella storia plurimillenaria del nostro popolo, chi non è circonciso e non abbia fatto circoncidere i propri figli maschi, anche mettendo a rischio la propria la vita, nelle epoche in cui questa mitzvà è stata osteggiata e messa al bando.
La milà è per gli ebrei, anche quelli più lontani, un qualcosa di irrinunciabile e di particolarmente sacro, tanto da far dire ai Maestri del Talmud che se su un piatto di una bilancia si trovasse la sola mizvà della milà e sull’altro tutte le altre mizvot, quello su cui poggia la milà, peserebbe più dell’altro che contiene tutte le altre mizvot.
Si dice nel midrash, che le madri di Israele hanno un grande merito; esse, nel momento della milà dei propri figli, li offrono al moel, con serenità, speranza e fiducia in D-o che tutto avvenga sotto la Sua protezione e nel migliore dei modi, cosa che per una madre, vedere il proprio figlio sottoposto ad una simile cosa, tanto più appena nato, è considerato qualcosa di insopportabile.
Oggi a distanza di tre millenni circa da quell’evento, noi ebrei ci troviamo a difendere le accuse di barbarie che ci sono mosse da chi di ebraismo non conosce nulla, ma soprattutto agisce, attaccando questa pratica religiosa e per noi così sacra, considerata invece da famosi studiosi di medicina, una importante prevenzione ad alcune gravi forme di patologie mediche.
Noi, però, continuiamo ad andare avanti per l’incolumità delle nostre tradizioni, proprio come Abramo nostro padre che, nonostante le forme di ostruzionismo che ricevette nel suo percorso, continuò a proseguire il suo cammino che lo portò ad essere considerato il capostipite del Monoteismo.
Shabbat Shalom,
Rav Alberto Sermoneta
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