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Monumento ai Deportati

Blatas rievoca la tragedia dell’Olocausto in molti dei suoi maggiori lavori. I suoi disegni appaiono nel 1978 alla televisione americana nella serie “Olocausto” e pongono le basi per i suoi quattro memoriali: un insieme di sette formelle o bassorilievi, conosciuti come “Il monumento dell’Olocausto”, disponibili permanentemente in quattro paesi: Italia, Francia, Stati Uniti, Lituania.

La prima edizione di quest’opera fu installata nello storico Ghetto di Venezia il 25 aprile 1980, festa nazionale della liberazione dal Nazifascismo. In quell’occasione, il sindaco Mario Rigo insignì Blatas con una medaglia per esprimere la riconoscenza della Città di Venezia. Il 19 settembre 1993, nello stesso Ghetto, il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro ringraziò personalmente Blatas e l’Architetto Franca Semi, che progettò il monumento, per la loro opera intitolata “L’ultimo treno”, un monumento che celebra i 50 anni delle deportazioni degli ebrei dal Ghetto di Venezia.

Il famoso storico dell’arte, Enzo di Martini scrisse approposito del Monumento dell’Olocausto: “In completo contrasto con i suoi dipinti, questi bronzi sono forgiati e cesellati nella rabbia e nella tragedia”.

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