In parashat Vaichì che chiude il sefer Bereshìt si racconta della morte di Giacobbe e di tutti gli episodi ad essa connessi, comprese le benedizioni e le profezie che impartisce ai figli e ai nipoti Efraim e Menashè prima di morire. Per ognuno di loro Giacobbe predice il futuro, e le conseguenze del loro agire nel corso del tempo.
Le parole più sconvolgenti, saranno quelli che Giacobbe rivolge ai due figli, Simeone e Levi;
“Simeone e Levi sono fratelli, le loro spade sono oggetti di violenza; la mia persona non entri nella loro riunione, non partecipare oh anima mia alla loro assemblea, poiché quando sono adirati uccidono uomini e quando sono calmi sgarrettano i buoi. Maledetta la loro ira che è violenta e il loro furore che è duro; li dividerò in Giacobbe e li sparpaglierò in Israele” (Bereshìt 49; 5-7).
In pochi versetti troviamo le espressioni più dure che Giacobbe abbia mai pronunciato in tutta la sua vita nei confronti dei propri figli, indissolubilmente legate alla vendetta violenta perpetrata da Simeone e Levi contro la popolazione di Shechem, raccontato al capitolo 34 di Bereshìt.
La maledizione di Giacobbe, si estende anche ai tempi molto successivi, in quanto né i discendenti di Simeone né quelli di Levi avranno un territorio in Israele. Mentre la tribù di Levi si riscatterà ai tempi di Mosè, in quanto non prenderà parte al fatto del “vitello d’oro” e si renderà partecipe nel giustiziare coloro che si erano macchiati di quella grave colpa, Simeone verrà totalmente inghiottito da tutto il resto del popolo.
La berakhà che in seguito Mosè rivolgerà a tutto il popolo prima di morire, ha una somiglianza con quella di Giacobbe, in quanto si rivolge a tutte le Tribù, nominandole una ad una, ricordando anche quella di Levi e prendendola come esempio per il suo comportamento e per i suoi sacri incarichi (Cohanim e leviim), ma ometterà totalmente il nome di Simeone.
La parashà si conclude con la profezia che Giuseppe fa in punto di morte, che è quella che il Signore Iddio si ricorderà del Suo popolo, facendolo uscire dall’Egitto, dopo molti anni di schiavitù, verso la Terra che ha giurato di dare in retaggio ad Abramo, Isacco e Giacobbe.
Shabbat shalom,
Rav Alberto Sermoneta
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