Il giorno di Kippur è considerato nella vita di ogni ebreo, il giorno più sacro dell’anno. È, secondo l’insegnamento della Torà, il giorno in cui ogni ebreo espia il proprio comportamento negativo, nei confronti del prossimo e di Dio, con un digiuno completo di circa venticinque ore.
L’espiazione viene accompagnata oltre che dal digiuno anche dalla preghiera e dal serio pentimento, che consiste nel promettere di non ripetere più il comportamento sbagliato avuto in passato.
La parte fondamentale delle preghiere dello Yom Kippur è il Viddui, la confessione delle colpe che, secondo la tradizione ebraica viene fatta pubblicamente ed espressa in prima persona plurale.
Ciò significa che, ogni uomo, nell’esprimere una seria confessione al Signore, si preoccupa di intercedere anche per il prossimo in quanto, la vita dell’ebreo è sempre in correlazione con il suo prossimo ed ognuno è responsabile e garante nei suoi confronti.
Le lunghe ed austere preghiere della giornata si concludono al tramonto del sole, col il suono dello shofar, che comunica al popolo che il suo pentimento e le sue preghiere sono state esaudite da Dio.
Tutto ciò segna anche l’auspicio di inizio del nuovo anno con benedizione e gioia.
Rav Alberto Sermoneta