La parte più suggestiva della parashà che questa settimana leggeremo è indubbiamente la descrizione della cerimonia di inaugurazione del mizbeach, l’altare dove venivano offerti i sacrifici.
Essa viene letta durante gli otto giorni di Chanuccà, divisa in porzioni più brevi, in cui vengono menzionate le offerte portate dai capi delle dodici tribù per l’occasione.
Il dettaglio delle offerte è preceduto dal passaggio della Bircat Cohanim, ‘la Benedizione Sacerdotale’ (Bamidbar 6; 23-27).
Essa è composta da tre soli versetti che però, destano in ognuno di noi una sensazione particolare, tanto da commuoverci, ogniqualvolta viene recitata.
Secondo la halakhà è stata aggiunta nella “AMIDA’” che viene recitata in ognuna delle preghiere giornaliere.
Nei giorni feriali, la bircat Cohanim viene recitata soltanto la mattina, nella preghiera di shachrit, mentre nei digiuni, anche in quella pomeridiana di minchà.
Negli Shabbatot e nelle festività solenni viene recitata nelle preghiere di shachrit e di musaf, mentre nel solo giorno di Kippur anche in quella di neilà.
Nella parashà di Nasò leggiamo:
«Parla ad Aaron e ai suoi figli dicendo loro, così benedirete i figli di Israele dicendo loro:
“Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Rivolga il Signore il Suo volto verso di te e ti renda grazia.
Alzi il Signore il Suo volto verso di te e ti conceda la pace.
E porranno il mio Nome sui figli di Israele e Io li benedirò”» (Bamidbar, 6; 23-27).
La caratteristica di questa benedizione è particolare, poiché per i sacerdoti è un dovere benedire il popolo di Israele, tuttavia essi saranno considerati da D-o soltanto il tramite.
Una spiegazione particolarmente profonda, viene riportata dal famoso commentatore cabalista “Ben Ish Chaij” zz”l in cui, secondo una interpretazione del Rabbino Izchak Luria zz”l, in cui si dice che il “chesed” uno degli attributi del Signore è chiamato or – “luce”, riguardo le cinque volte in cui la parola or viene ripetuta nella “Creazione”.
Nello Zohar si insegna che, i Cohanim vengono afferrati dal chesed e quindi dal or poiché, interpretando ciò che è scritto nella Torà «Iaer A’ panav elekha vi chunnecca» – «rivolga il Signore il Suo volto verso di te e ti renda grazia».
È per questo motivo che l’ordine impartito ai sacerdoti è quello di benedire il popolo be ahavà – “con amore”!
Shabbat shalom
Rav Alberto Sermoneta
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