Shabbat times
  • Candles lighting
    16:58
  • Three Stars for the end of Shabbat in Jewish Venice
    18:08
  • Torah Scroll
    Shabbat Bo
Shabbat times
  • Candles lighting
    16:58
  • Three Stars for the end of Shabbat in Jewish Venice
    18:08
  • Torah Scroll
    Shabbat Bo

- Parashat BeCHUKKOTAI -

Venezia Ebraica - Jewish Venice
- A cura di Rav Alberto Sermoneta -

Con la parashà che leggeremo questo Shabbat si conclude il terzo libro della Torà, Vayiqrà (Levitico).

Il testo approfondisce il discorso introdotto dalla Parashà di Behar Sinai sui rapporti fra D-o, il popolo ebraico e la terra di Israele, indissolubilmente legati l’uno all’altro.

Il popolo ebraico ha il dovere dell’osservanza della Torà e delle mitzvòt per garantirsi un futuro prospero in Eretz Israel; viceversa la trasgressione degli statuti, uniti ad un comportamento immorale, causano l’allontanamento degli abitanti dal paese.

Lo Stato di Israele oggi viene considerato all’avanguardia, sia dal punto di vista della ricerca scientifica, nel campo della tecnologia, ma soprattutto nello sviluppo nel campo dell’agricoltura.

Negli ultimi decenni Israele, infatti, è riuscito a sviluppare tecniche innovative per rifornire di acqua i luoghi più isolati e per contrastare la desertificazione.

Nella Torà la terra di Israele viene chiamata «terra stillante latte e miele», nonostante essa sia piuttosto arida e montuosa.

Eppure ogni qualvolta il popolo ebraico l’abbia abitata continuativamente esso è riuscito a trasformarla in rigogliosa e fertile; al contrario ogni qualvolta ‘am Israel sia stato costretto ad abbandonarla, essa, è tornata ad essere arida e sterile.

Come mai?

La risposta la troviamo all’inizio della parashà: «Se camminerete nei miei statuti e osserverete i miei precetti, mettendoli in pratica, Io manderò le piogge a voi necessarie a loro tempo e la terra darà il suo prodotto e gli alberi dei campi daranno i loro frutti; la vostra trebbiatura durerà fino alla vendemmia, la vendemmia durerà fino alla semina, mangerete il vostro prodotto a sazietà e risiederete tranquilli nel vostro paese» (Vayiqrà 26; 3-5).

Questa è la promessa divina al popolo, alla quale viene posta però una condizione: “se”; cioè, se voi osserverete le leggi della Torà, sarete premiati, viceversa sarete puniti.

«Ma se non osserverete tutti questi precetti […]» (Vayiqrà 26; 14) da questo versetto discendono le  “tochakhot – ammonimenti”, ovvero tutto ciò che potrebbe capitare al popolo nel caso in cui trasgredisse le regole della Torà.

Questa è la  condizione di do ut des che il Signore D-o pone al popolo per consegnargli un territorio dove poter vivere e manifestare le proprie tradizioni.

È concepibile che un D-o possa proporre un baratto a quello che Egli stesso definisce: popolo speciale, reame di sacerdoti e popolo santo?

Tutto ciò va letto in un contesto ben più profondo, in cui un D-o che non ha gli stessi sentimenti di un essere umano, fa delle raccomandazioni ad un popolo, nello stesso modo in cui un genitore le farebbe al figlio.

Fintanto che si protrarranno lo studio e l’osservanza delle regole della Torà nulla potrà cambiare questa promessa fatta da D-o al suo popolo: «Se camminerete nei miei statuti e osserverete i miei precetti, mettendoli in pratica, Io manderò le piogge a voi necessarie a loro tempo e la terra darà il suo prodotto e gli alberi dei campi daranno i loro frutti; la vostra trebbiatura durerà fino alla vendemmia, la vendemmia durerà fino alla semina, mangerete il vostro prodotto a sazietà e risiederete tranquilli nel vostro paese» (Vayiqrà 26; 3-5).

 

 

Shabbat shalom

Rav Alberto Sermoneta

×