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    21:32
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Parashat Chayè Sarà

Venezia Ebraica - Jewish Venice
A cura di Rav Alberto Sermoneta

“Gam téven gam mispò rav ‘immànu gam maqòm lalùn – Sia foraggio che strame abbiamo in abbondanza e anche posto per dormire” (Bereshit 25;24)

Quando Eli’ezer servo fidato di Abramo, viene mandato da lui in Mesopotamia per trovare una moglie per Isacco, dopo una accorta preghiera propiziatoria, pone delle condizioni affinché potesse capire quale fosse la ragazza giusta.

Incontra la ragazza predestinata ad andare in moglie ad Isacco, le chiede un po’ di acqua da bere e lei risponde con le suddette parole che denotano una non consueta grande ospitalità.

Nella parashà della scorsa settimana, abbiamo conosciuto un Abramo che, nonostante la sofferenza fisica causata dalla milà offre ai tre angeli divini ospitalità e rifocillamento; così come lui anche la sua famiglia in Mesopotamia non è da meno.

La hakhnasat orechim – ospitalità ai viandanti è considerata una delle più importanti mitzwot che la Torà comandi e che ci vengono trasmesse proprio da coloro che furono i pilastri della tradizione ebraica.

Rebecca, considerata tzaddeqet bat rasha’  ossia una giusta figlia di un malvagio, grazie all’osservanza di questa grande mitzwà, meriterà in seguito di divenire la madre di colui che avrà come nome quello che è il nome del nostro popolo: Israel.

Il  grande merito di costei è proprio quello di essere una persona che sa accogliere i viandanti, facendoli considerare come fossero a casa loro.

Shabbat shalom,

 

Rav Alberto Sermoneta 

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