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- Parashat QORACH -

Venezia Ebraica - Jewish Venice
- A cura di Rav Alberto Sermoneta -

Qorach, Datan e Aviram organizzano una ribellione contro Mosè ed Aaron, per arrivare ad ottenere il potere in mezzo al popolo di Israele. Esclamano, infatti: «[…] poiché tutta la congrega è santa ed in mezzo a loro c’è il Signore, perché vi innalzate sulla Comunità del Signore?» (Bamidbar 16; 3). Tutti i commentatori s’incaparbiscono nel cercare una motivazione di questa provocazione visto che, anche Qorach, appartenente alla tribù di Levi, aveva un incarico di prestigio in mezzo al popolo. La frase più stimolante per i Nostri Maestri è l’incipit della parashà stessa: «E prese Qorach figlio di Izhar, figlio di Qehat figlio di Levi […]» (Bamidbar 16;1). Che cosa prese Qorach? In effetti, se Qorach prende qualcosa di materiale, la Torà non ce lo racconta; ma, da come inizia il testo, sembrerebbe quasi che Qorach, Datan e Aviram avessero impugnato un’arma per ribellarsi contro Mosè e Aaron. Una possibile spiegazione ci è data dal grande traduttore in aramaico del testo della Torà – Onkelos – il quale traduce va-iqqach (lett. “e prese”) con va atpalig Qorach sostituendo prendere con il verbo dividere; Qorach prese il coraggio per creare insieme ai suoi compagni una contesa contro Mosè ed Aaron, a cui era imparentato, essendo cugini. La gravità dell’azione sta nel fatto che tutto avviene volutamente in pubblico. Qorach si macchia dunque della colpa di far arrossire il prossimo davanti a tutto ‘am Israel. Qorach, in fondo, non aveva motivo di lamentarsi dal momento che apparteneva alla casta dei “prescelti”; Datan e Aviram, al contrario, erano persone comuni, cui non competevano ruoli amministrativi di prestigio. Creare sconcerto in mezzo al popolo è assai più pericoloso di rivendicare i propri diritti; tanto più, rendendo complici personaggi non direttamente interessati dalle premesse del contendere.  Leggeremo, infatti, che tutti coloro che si unirono a Qorach perirono con una morte, talmente violenta (vennero inghiottiti vivi dalla terra) che si cancellerà per sempre la loro memoria. Non quella dei loro discendenti, che non si macchiarono della medesima colpa; più avanti nel testo troveremo scritto: «[…] e i figli di Qorach non morirono […]». Nel libro dei Tehilìm troviamo menzionati più volte i figli di Qorach ai quali sono intitolati molti fra i centocinquanta salmi di David.

 

Shabbat shalom e Chodesh Tov

Rav Alberto Sermoneta

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