- Parashat VAETCHANNAN -

Venezia Ebraica - Jewish Venice
- A cura di Rav Alberto Sermoneta -

Anche questo Shabbat prende il nome dalla prima parola dell’haftarà Nachamù (Is. 40; 1); in essa, Il profeta Isaia cerca di consolare ‘Am Israel dopo le sciagure predette nei capitoli precedenti.

Trascorsi Tish’à  be Av e le tre settimane di lutto del periodo di ben ha-mezzarim, si comincia a risalire verso l’alto, con la selichà (il perdono divino), con la voglia da parte nostra di ricostruire un rapporto con il Signore secondo i criteri della Torà.

Nella parashà di Va etchannan leggiamo:
la ripetizione dei Dieci Comandamenti da Mosè al popolo (Devarìm 5;1-18) e la proclamazione del monoteismo con la prima parte dello Shemà Israel  («Ascolta Israele il Signore è nostro D-o il Signore è unico […]» Devarìm 6; 4 -9).
Sia nei Dieci Comandamenti che nella prima parte dello Shemà Israel troviamo ribaditi i concetti fondamentali dell’ebraismo: l’unicità di D-o, il rispetto per il prossimo, e il dovere dell’osservanza delle mizvot che fanno del nostro popolo un esempio da seguire.
L’osservanza di questi principi offrono la garanzia di vivere una vita serena e stabile sulla terra di Israele, le trasgressioni, al contrario, provocano l’allontanamento e la cacciata da essa, esattamente  come è avvenuto nel passato.

Lunedì 19 agosto p.v. cade Tu be Av ossia il 15 del mese di Av;  secondo un Midrash, in questo giorno sono cessati tutti i decreti negativi contro il nostro popolo emanati dal Signore ed è per ciò che i Maestri della Mishnà sostengono che: «[…] non vi era in Israele un altro giorno di gioia come il 15 di Av […]» (Mishnà, Mo’èd – Ta’anit, 4; 8) giorno in cui tutte le disgrazie del nostro popolo cesseranno definitivamente.

 
Shabbat Shalom,
Rav Alberto Sermoneta

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