Shabbat times
  • Candles lighting
    20:19
  • Three Stars for the end of Shabbat in Jewish Venice
    21:32
  • Torah Scroll
    Emòr
Shabbat times
  • Candles lighting
    20:19
  • Three Stars for the end of Shabbat in Jewish Venice
    21:32
  • Torah Scroll
    Emòr

Parashat Vaerà

Venezia Ebraica - Jewish Venice
A cura di Rav Alberto Sermoneta

Nella parashà di questa settimana leggeremo le prime sette piaghe che il Signore mandò contro l’Egitto, per convincere il Faraone a liberare il popolo ebraico dalla schiavitù.

C’è da notare una cosa interessante a proposito della prima piaga:

Mosè ed Aronne, si presentano al Faraone per annunciargli che se non avesse liberato il popolo ebraico, il Signore avrebbe tramutato in sangue, il fiume Nilo e tutte le altre sorgenti d’acqua.

La cosa curiosa è che D-o dice a Mosè e ad Aronne di recarsi sul far del mattino dal Faraone, perché sta uscendo dall’acqua, mentre il lettore è abituato ad immaginarsi che i due si fossero presentati al Faraone, nella sala del trono, ad una certa ora del giorno e, magari, al cospetto dei suoi sudditi.

I commentatori si chiedono il motivo di questa visita, di buon mattino, sulle rive del Nilo, quando il Faraone stava uscendo dall’acqua.

A ciò si fa notare che, sia il Nilo, sia il Faraone erano considerati dagli egiziani delle divinità e, come tutte le divinità che si rispettino, non dovevano mai trovarsi, o farsi vedere in atteggiamenti poco ufficiali.

Che cosa faceva il Faraone di buon mattino nel fiume?

Pensandoci bene, il Faraone era un uomo potente e importante, ma pur sempre un uomo, con tutti i suoi bisogni fisici e fisiologici che hanno tutti gli esseri viventi; gli esseri viventi, quelli “comuni” hanno necessità di fare i propri bisogni fisiologici quando si alzano dal letto, prima di andare in ufficio, ma il Faraone era una divinità e per questo non poteva far sapere alla gente “comune” che anche  lui aveva le stesse necessità di ogni altro essere vivente mortale.

E’ per questo motivo che il Signore chiede a Mosè e ad Aronne di parlare con lui in un momento per lui particolarmente delicato, facendogli notare, nonostante la sua auto considerazione di divinità che con il Signore, D-o onnipotente, nessuno può competere.

Il Faraone è completamente nudo, ha compiuto i suoi bisogni corporali, non può usare nessun atto di stregoneria o di regalità contro i due, è per ciò che non risponde alla minaccia, ma è costretto a tacere, incassando così la prima sconfitta.

Shabbat shalom,

 

Rav Alberto Sermoneta 

×