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  • Three Stars for the end of Shabbat in Jewish Venice
    21:32
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Parashat Vayeshev

Venezia Ebraica - Jewish Venice
A cura di Rav Alberto Sermoneta

“Va jachalom Josef chalom…. E Giuseppe fece un sogno” (Bereshit 37;9)

Senza ombra di dubbio questa è la parashà che contiene il più alto numero di sogni. Anche se molti tra i maestri di Israele, ribadiscono ciò che è scritto nel Tanakh: ” il sogno contiene cose vane – va chalomot shaw jedabbéru” (Zaccaria 10;2) questo non per tutti è valido.

Per Josef sono stati la premonizione del suo futuro e attraverso la sua fortunata interpretazione, egli trova l’opportunità di fare “carriera” a corte del faraone.

I chakhamim sostengono che non ha importanza cosa si sogna, quanto invece, è importante sognare.

Colui che sogna è fortunato, perché dall’alto qualcuno si sta prendendo cura di lui. Viceversa, chi non sogna non viene neanche preso in considerazione.

Ogni sogno, per i maestri della qabalà contiene dei simboli che vanno interpretati e che sono l’elemento sostanziale di esso, tanto che, per un sogno che ci lascia turbati, è previsto un digiuno “ta’anit chalom” che in casi eccezionali può essere fatto anche di Shabbat.

Tutto questo però non deve condizionare la nostra vita, ma farcela vivere nel migliore dei modi, osservando le mitzwòt, preoccupandoci del prossimo e, soprattutto aiutarlo nel momento in cui egli ha bisogno.


Shabbat shalom,

 

Rav Alberto Sermoneta 

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