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Parashat Vayetzé

Venezia Ebraica - Jewish Venice
A cura di Rav Alberto Sermoneta

Con la parashà che leggeremo questo shabbat, la Torà continua a narrarci del terzo dei Patriarchi:

Giacobbe; di lui ne ha già parlato nella parashà della scorsa settimana, ma continuerà a parlarne ancora fino al termine del libro di Bereshit ed all’inizio del libro di Shemot.

Infondo, Giacobbe, come vedremo la prossima settimana, diventerà Israel (gli verrà cambiato il nome dopo una lotta con un angelo divino che lo intratterrà, lungo il percorso per tornare alla casa paterna), sarà quindi il capostipite del nostro popolo.

Nella parashà di Va-jezzè, viene narrato il famoso sogno che fa, durante la strada per recarsi, fuggitivo dall’ira di Esaù, da suo zio Labano, il quale diverrà suo suocero.

Nel sogno si narra di una scala, la cui base è in terra e la cima si protraeva verso il cielo e gli Angeli divini salivano e scendevano da essa.

Molti commentatori hanno tentato di dare un’interpretazione al sogno, e molte sono state le varie spiegazioni.

Una fondamentale è quella che sostiene che l’intento del sogno era quello di indirizzare Giacobbe, verso una vita migliore; una vita che tende a salire moralmente, per abituarlo ad essere degno del suo destino.

Egli si sta allontanando da Erez Israel; per sfuggire ad Esaù emigra dalla terra di Israele per andare in Diaspora: nella tradizione ebraica quando ci si allontana da Israele si dice che si fa una jeridà – discesa (ossia da un luogo sacro ad un luogo profano); mentre quando si va in Israele da qualsiasi altro Paese, si fa la ‘alià – salita (verso il Sacro).

Nel brano in questione è detto che gli Angeli “salivano e scendevano”.

Gli Angeli celesti, rappresentano la figura di Giacobbe che è il progenitore del Popolo di Israele.

Quindi il sogno vuole far conoscere a Giacobbe il destino del suo popolo, che più volte sarà costretto a scendere verso la Diaspora, ma alla fine salirà verso la Terra di Israele, una alià completa e duratura.

Narra un midrash che, gli Angeli che salgono e scendono dalla scala, non sono altri che i popoli che perseguiteranno Israele nel corso della sua storia:

i primi salirono settanta gradini, ma poi scesero – questi sono i Babilonesi che perseguitarono gli ebrei nella loro Diaspora per settanta anni.

Poi altri Angeli, salirono cento gradini, ma poi, anche loro scesero;

quindi, il terzo gruppo, saliva, saliva e non scendeva mai; Giacobbe impaurito si rivolse a D-o chiedendogli chi rappresentassero costoro. Il Signore gli rispose che costoro rappresentavano Esaù ed il suo popolo, quindi Edom, quindi i romani e i popoli che da essi discenderanno.

Ma il Signore a questo punto rassicurò Giacobbe dicendogli che, se anche avessero salito duemila gradini, di là sarebbero scesi, sopportando tutte le conseguenze del male che avrebbero fatto al suo popolo.

Shabbat shalom,

 

Rav Alberto Sermoneta 

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