-Shabbat BE HAR SINAI & BE CHUKKOTAI:-

Venezia Ebraica - Jewish Venice
- A cura di Rav Alberto Sermoneta -

                              PARASHOT BE HAR SINAI & BE CHUKKOTAI:

Anche questo Shabbat leggeremo due parashot, le ultime del libro di Vaiqrà. In questi brani troviamo le mitzvot telujot ba aretz (lett. “regole riguardanti Eretz Israel”), ossia il nucleo di normative con cui vengono regolate le acquisizioni di terreno, il raccolto e le decime, il rapporto con i servi, e le normative che caratterizzano l’anno Sabbatico e quello del Giubileo.

Leggendo attentamente queste regole, difficili da comprendere e soprattutto da mettere in pratica, sembra invece di trovarci davanti a statuti sindacali di era moderna. Il rispetto assoluto per la terra è, infatti, cruciale per la Torà; solo osservando tutto questo articolato sistema di norme relativo al suolo e ai cicli di interruzione del lavoro agricolo, l’uomo si garantisce di poter goder del prodotto del campo.

Nella seconda parashà, quella di Be chuqqotai, sono contenute le tokhachot, (lett. ammonimenti”), insegnamenti duri che debbono regolare la vita del popolo ebraico e il suo comportamento riguardo o meno l’osservanza della Torà.

Notiamo, quindi, la correlazione indissolubile tra la Terra di Israele, ‘Am Israel e il Signore D-o; è un legame a tre nodi e, D-o non voglia se ne spezzasse uno, accadrebbe l’impensabile. Il premio per il popolo che osserva la Torà è la Terra di Israele, mentre il suo castigo, per la trasgressione delle regole è la cacciata da essa.

Questa settimana leggeremo il quinto capitolo dei Pirqé avot; nel paragrafo 11 leggiamo:

“ vi sono quattro tipi di persone – colui che dice – quello che è mio è tuo e quello che è tuo è mio, è un ignorante; quello che dice – quello che è mio è mio e quello che è tuo è tuo è una persona di tipo medio mentre alcuni sostengono che è la caratterista di Sodoma, poiché non dicendo nulla di importante o di rilevante, cade nel più profondo dalla banalità.

C’è invece che dice – quello che è mio è tuo e quello che è tuo è tuo, questo è la caratteristica dei buoni; mentre chi dice – quello che è mio è mio e quello che è tuo è mio è un malvagio”.

Le parole dei nostri Maestri non hanno epoca, sono più attuali di quelle odierne e soprattutto esprimono un sentimento di grande dignità e onestà.

 

Shabbat shalom,
Rav Alberto Sermoneta,

 
  
Un cordiale Shalom

 

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