Sul modesto portale d’ingresso una scritta “Beth ha-keneset ha-ghedolà keminag aschenazì” ci indica che siamo davanti alla “scuola grande secondo il rito tedesco, dono di Joseph e Samuel Matatià”. Di fianco al portale si alza la Sinagoga che si può distinguere dagli edifici vicini solamente per l’elegante motivo delle cinque arcate in pietra bianca. Sotto il cornicione leggiamo un’altra scritta: “Scuola grande della Santa Comunità dei Tedeschi che Dio li custodisca. Amen”
La Scola Tedesca è stata iniziata dalla Comunità askenazita circa nel 1528, ultimata nel 1529 ed è la più antica delle sinagoghe veneziane. L’ignoto architetto ha dovuto superare notevoli difficoltà per ridurre a proporzioni più regolari l’area asimmetrica della sala. Successivamente si è costruito un matroneo di forma ellittica riprendendo lo stesso motivo nella balaustra della lanterna che si apre al centro del soffitto dando un insospettato senso di profondità in modo che gli elementi decorativi riportino tutta la sala ad una grande armonia di forme e di proporzioni.
Alla destra di chi entra, sui gradini in marmo rosa, si alza un imponente complesso architettonico, di gusto prettamente barocco, formato da un’alta parte centrale, l’Arca Santa (Aron) contenente i Rotoli della Legge, e da due parti laterali con gli scanni per i Sovraintendimenti (Parnassim) alla Scola.
Sulle porte dell’Arca sono riprodotti i 10 Comandamenti, intarsiati in madreperla e sormontati dalla corona con la scritta “Keter Torah” (Corona della Legge). All’interno dell’Arca sono esposti tre Sefarim (Rotoli della Legge) ornati da corone, terminali e targhe in argento finemente lavorati. Sotto al matroneo corre una fascia su cui sono ripetuti i Dieci Comandamenti secondo la versione dell’Esodo.
Il pulpito sporge notevolmente dalla parete di fondo: anch’esso con la sua forma poligonale, la graziosa balaustra e le eleganti colonnine corinzie è un elemento che serve a ridare l’illusione ottica di una sala di proporzioni regolari. Il complesso dell’Arca sporge all’esterno, sul Rio di Ghetto Novo, con una edicola che ritroviamo anche nella Scola Canton, nella Italiana e in quella Levantina, elemento caratteristico della architettura vneziana, detto “diagò” o “liagò” derivante dall’arte orientale.
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